Allora Debe, ci siamo lasciati al bivio Modena, Reggio Emilia. Io mi sono diretto al casello di Reggio così ho potuto ammirare da vicino quella
interessante e spettacolare opera ingegneristica che sono quei tre cavalcavia con tiranti in acciaio.
Entrando in autostrada, ho detto a Furia "PORTAMI A CASA" ho messo in folle il cervello, ho fissato la lancetta sui 110, ho alzato completamente
il parabrezza......... e mentre nella sua superfice esterna incominciava lo sterminio di insetti (quante farfalline attenderanno invano il ritorno dei loro sposi,
quante api operaie cadute nel compimento del loro lavoro, quante famigliole interamente e letteralmente spappolate).....e mentre tutto ciò accadeva
inevitabilmente, io proietavo mentalmente nella superfice interna dello stesso parabrezza il film della splendida giornata appena trascorsa.......
il carpaccio di chianina
le fettine di lardo tagliate sottilissime, i crostini, il maialino da latte con patatine
lardellate
. Poi, per digerire, quelle migliaia di curve (di cui almeno 7 le ho pennellate senza sbavature
)
tutte comunque prese ad andatura che io definisco allegrotta e che comunque corrisponde al MIO limite di sicurezza. (oltre non vado) Dal momento che
questa divertentissima fase della gita si è protratte per 80/100 km. ecco spiegato il quasi torpore sopraggiunto in autostrada destato però, all'altezza di
Pontremoli, dal gesto di stizza con dito medio annesso, all'indirizzo di quel nuvolone che ANCORA faceva bella mostra di se nascondendo le vette del
Sagro, Pizzo e Pisanino (Apuane) e che parzialmente ci aveva rovinato la mattinata.
Alla prossima Debe.