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Muoversi in città, manuale di sopravvivenza urbana, Motociclismo.it

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view post Posted on 7/12/2012, 15:34     +1   +1   -1
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Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti
Motociclismo inaugura una rubrica dedicata ai trucchi e ai consigli per chi si muove in città su due ruote che sul forum riportiamo

Ci sono mille situazioni da cui guardarsi, avere ragione non conta se per terra ci andiamo noi. Iniziamo coi pedoni


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Chi fa tanti km in città, tra mille insidie e pericoli sa già esattamente cosa fare in ogni situazione. Ma a molto potrebbe capitare di trovarsi ad attraversare una grande città in moto senza avere la necessaria esperienza. Con questa nuova rubrica, che abbiamo chiamato “Muoversi In Città, Manuale di sopravvivenza urbana”, diamo un po’ di consigli pratici per evitare che situazioni sottovalutate si trasformino in un poco gradito scivolone, o peggio. Pedoni, auto, biciclette, animali, buche, rotaie, strade in condizioni disastrose… Di argomenti ce ne sono fin troppi, vedrete.

AVERE RAGIONE NON SEMPRE SERVE
Nel primo capitolo analizziamo cosa fare quando ci troviamo di fronte un pedone distratto. Una premessa però è doverosa: in generale ci preoccupiamo di avere ragione, e non è che sia sbagliato. Il fatto è che avere ragione non consola quando alla fine per terra ci andiamo noi! Cadendo in moto ci si fa male quasi sempre, quindi il problema principale da risolvere è appunto non cadere, evitando situazioni potenzialmente pericolose. Anche perché la ragione ai motociclisti non la danno quasi mai al 100%, lo sapete bene.

PEDONI DISTRATTI
Il codice della strada dice che in presenza di un autobus, l’attraversamento della strada da parte di un pedone deve avvenire dietro all’autobus stesso. Beh, non lo fa nessuno. Il pedone attraversa sempre la strada davanti all’autobus, magari mentre parla al cellulare. Quindi significa che è distratto, che non ha controllato che la strada sia sgombra ma, soprattutto, che voi non lo vedrete mentre sorpassate l’autobus fermo. Ve lo trovate davanti e vi spaventate più voi di lui, e nel peggiore dei casi tirate un’inchiodata che vi fa andare per terra (a meno che non abbiate l’ABS). Lo stesso si verifica per i furgoni in sosta “carico/scarico”, ma attenzione al fatto che questi in genere si mettono rasenti ai marciapiedi, quando non proprio sopra, quindi da dietro può sempre sbucare la classica mamma col passeggino… Anzi: per la legge di Murphy è matematico che da dietro il bus o il furgone arriverà qualche pedone.

BANALMENTE: ANDATE PIANO!
Quindi fate la massima attenzione e partite dal presupposto che qualcuno arriva. Il rimedio non è frutto di chissà quale ricerca scientifica: l’unica cosa è andare piano. Mantenere una velocità che ci consenta di gestire la situazione senza pericoli per noi o gli altri è l’unica soluzione possibile. Non c’è altro da dire. Salvo ripetere che non avere oggettivamente colpa non significa che qualcuno non ce ne darà almeno una parte per il solo fatto di essere motociclisti, e che avere ragione non ci evita la caduta (nel peggiore dei casi).

Edited by BMW Scooter - 16/12/2012, 23:07
 
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Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti: capitolo 2
Dopo il pedone distratto, questa settimana affrontiamo una situazione pericolosa poiché imprevedibile: il bambino che insegue il pallone da Motociclismo.it

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Prosegue il nostro Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti. Saranno 11 puntate in cui vi illustreremo come comportarvi nelle situazioni più assurde e pericolose che possiate trovare in città mentre siete in sella alla vostra moto o al vostro scooter. Nella prima puntata abbiamo visto che il miglior modo per non trovarsi nei guai è andare piano. È anche vero che viaggiare costantemente a 30 km/h non è sempre garanzia di sicurezza, soprattutto quando il problema che si presenta non è prevedibile. Come nel caso di un bambino che insegue la palla per la strada.

SCHEMI PRECISI
Innanzitutto occorre mantenere il sangue freddo e stabilire delle priorità. È superfluo dire che la palla va evitata perché, se colpita, potrebbe farci cadere. Ma la priorità assoluta deve essere data al bambino che puntualmente si getterà in strada rincorrendo il pallone. Quando il ragazzino non è immediatamente visibile dalla nostra prospettiva le cose si complicano: in un istante dobbiamo realizzare che è lui il primo da schivare e solo dopo la palla. Il tutto senza dimenticarci di buttare un occhio agli specchi per controllare che la nostra manovra evasiva non sia di intralcio per gli altri mezzi che seguono.

MAI ABBASSARE LA GUARDIA
Non esiste un consiglio specifico per un evento così casuale. Le uniche regole sono quelle di tenere sempre gli occhi aperti: ogni distrazione può avere sgradite conseguenze. E ovviamente avere una guida adatta al contesto. Perché se è vero che in moto non si è del tutto sicuri neanche a 30 km/h, figuriamoci a 60...
 
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view post Posted on 23/12/2012, 18:37     +1   +1   -1
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Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti: capitolo 3
Terzo appuntamento con le più tipiche insidie per chi usa le due ruote in città. Questa settimana affrontiamo uno dei nemici pubblici numero uno: l'automobilista incerto
Motociclismo.it

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Eccoci alla nuova puntata del nostro Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti. Dopo il pedone distratto e la pericolosa accoppiata palla/bambino, in questa terza parte vedremo cosa fare in caso di automobilista incerto.

DIVINAZIONE URBANA
Quante volte, mentre siamo alla guida della moto, ci troviamo di fronte ad auto troppo lente, che vanno a zig zag al centro della carreggiata, con il guidatore che fa di tutto tranne che stringere il volante? In questi casi occorre improvvisarsi “stregoni delle due ruote” e praticare l'antica arte della “divinazione urbana”. La prima cosa da fare infatti è capire cosa stia facendo l'automobilista: voi piazzatevi dietro la sua auto, a debita distanza, e studiatene le mosse senza superarlo. Dopo un iniziale sbigottimento, comincerete ad intuirne le intenzioni.

CHE SUCCEDE LÀ DAVANTI?
Con il vostro “pedinamento” prenderete mentalmente nota delle più disparate attività che si possono svolgere durante la guida. Cominciamo con il caso del guidatore che cerca il numero civico: lo si può facilmente riconoscere dalla tipica postura completamente sporta in una direzione (se è un furgone, tenete d'occhio gli specchi). Non lasciatevi ingannare, appena identificato il numero che cerca si butterà sul primo parcheggio disponibile, anche dall’altro lato della strada. Se dovete superarlo avvisatelo con un colpetto di clacson. Peggiore la situazione quando invece del civico, l'automobilista cerca una via: potrebbe fare qualsiasi genere di manovra all'improvviso. Attenti anche quando lo avvisate: essendo del tutto distratto, il vostro avviso sonoro potrebbe riportarlo all'improvviso sulla terra causando brusche frenate o chissà cos'altro.

I CLASSICI
Impossibile poi non citare gli intramontabili casi dove interviene un fattore esterno: dalla chiamata al cellulare all'invio dell'SMS, dal mangiare panini al litigio con il passeggero, fino alla prepotente new entry della programmazione/consultazione del navigatore. Menzione particolare per le signore intente a rinfrescarsi il trucco. In ogni caso si tratta di circostanze che vanno affrontate sempre con la massima cautela: fate notare la vostra presenza, non abbassate mai la guardia e... servitevi di tutta l'arte divinatoria di cui disponete.

Edited by BMW Scooter - 31/12/2012, 14:31
 
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Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti: capitolo 4
Nella nuova puntata della rubrica dedicata ai consigli per chi si muove in città su due ruote, questa settimana affrontiamo il tema (e i pericoli) della risalita delle code al semaforo
Motociclismo.it

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Prosegue il nostro Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti. Negli scorsi episodi abbiamo visto come evitare i pedoni distratti o accoppiate pericolose come quella della palla/bambino e vi abbiamo insegnato a predire le mosse dell'automobilista distratto. In questa quarta parte vedremo come risalire in sicurezza le code ai semafori.

COME I SALMONI
Uno dei vantaggi principali del muoversi su due ruote è sicuramente l'agilità. Nessun mezzo di trasporto riesce a zigzagare nel traffico come una moto e a noi motociclisti poco importa del freddo e delle intemperie se possiamo togliere qualche minuto dal tragitto “casa-lavoro”. Uno dei metodi migliori per risparmiare tempo è quello di partire per primi al semaforo: un minimo di attenzione, si risale la colonna (nelle strade a doppio senso e una corsia per senso di marcia è vietato, ma anche tollerato), e al verde siamo i primi a partire. Anche se, tra il guadagnare 5 minuti e finire per terra, il passo è molto breve.

50 BASTANO
Come al solito, la velocità gioca un ruolo fondamentale. O meglio, la differenza di velocità: se la colonna di auto è ferma, anche 50 km/h possono essere troppi. Se la colonna scorre a 40 km/h si può osare qualcosa di più. Ricordatevi poi che le auto possono improvvisamente spalancare una portiera, cambiare corsia o svoltare senza freccia. Pedoni e ciclisti possono attraversare senza guardare, sbucare da dietro un furgone o non rispettare un rosso, tanto c'è la coda...

POLE POSITION
Chi ha dimestichezza con la guida cittadina lo sa: avanzare anche solo di una posizione nell'immaginaria griglia di partenza del semaforo è una questione di onore. Per questo bisogna guardarsi bene da tutti gli aspiranti Valentino e Schumacher del caso. E questo vale sia per gli automobilisti che per i motociclisti. I primi, durante gli stop and go sulle strade a più corsie, cercheranno di infilarsi nel primo buco disponibile nella colonna opposta alla loro. “Tanto devono restare nella loro corsia” non è un ragionamento lungimirante, meglio chiudere il gas un secondo, analizzare lo scenario circostante e guardare all'interno dell'auto le manovre del guidatore.

SOLIDARIETÀ È MORTA (O COMUNQUE LATITA)
Per quanto riguarda i nostri “colleghi” a due ruote, fino a qualche anno fa c'era più solidarietà: se in un senso unico una moto si infilava su un lato, le altre si accodavano, “suggerendo” agli automobilisti di farsi da parte. Oggi questo galateo è un po' appannato: se in tre ci si mette da una parte, il quarto, che non è disposto ad aspettare, si infilerà a tutta velocità dall'altra, salvo poi attraversare all'improvviso la colonna di macchine se trova un intoppo. Il risultato, spesso, è restare tutti fermi, quando non si rischia di più. In una via stretta, non affiancatevi ad un altro motociclista, anche se è incolonnato dietro alle auto, probabilmente sta cercando di capire da che parte è meglio infilarsi per risalire la coda e non si aspetta che qualcuno gli si affianchi. Prima decide lui, poi voi.
 
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Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti: capitolo 5
Quinto appuntamento con la rubrica dedicata alle tipiche insidie di chi usa le due ruote in città. Questa settimana affrontiamo il pericoloso tema della “legge del vialone
Motociclismo.it

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Nelle scorse puntate del Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti abbiamo visto che, in strada, il pericolo è spesso rappresentato dagli altri utenti della strada. In questa puntata invece prenderemo in considerazione prima di tutto noi motociclisti e la nostra guida notturna sui “vialoni”.

PRECEDENZA A DESTRA, SEMPRE E COMUNQUE
Immaginatevi la scena: siete in moto e tornate a casa in piena notte. I semafori sono lampeggianti ormai da un po' e voi, sentendovi sicuri sul viale principale, state guidando tranquilli, incuranti delle vie più piccole che incrociate durante il percorso. Tanto la precedenza ce l'avete voi, essendo su strada principale... Fino a che... Fino a che non vi ricordate che la precedenza va data sempre a coloro che giungono da destra. E questo vale in qualsiasi condizione. Se c'è un semaforo lampeggiante, anche un grande viale deve “inchinarsi” alla più piccola delle traverse.

LA LEGGE DEL VIALONE
Gli esperti di sicurezza stradale spiegano che nelle ore piccole, quando il traffico è ridottissimo, è meglio tenere i semafori lampeggianti piuttosto che attivi: chi ha il verde passerebbe troppo forte e se dall'altra parte qualcuno brucia il rosso, le conseguenze sarebbero facilmente immaginabili. Spesso però chi è sulla strada più larga si comporta come se avesse il diritto di precedenza. La cosiddetta “legge del vialone”. I guai veri arrivano quando due vialoni si incrociano e in due ritengono di essere sul vialone più grande...

MAI FIDARSI
La migliore regola è sempre quella di non fidarsi mai di nessuno e di nessuna situazione. Anche se la strada che incrociate può sembrarvi sgombra, buttate sempre più di un'occhiata per capire davvero come stanno le cose. Soprattutto, moderate la velocità. I viali notturni non sono autodromi e il limite in città rimane sempre di 50 km/h. Ricordatevi anche che se voi siete sobri, potrebbero non esserlo gli altri. E i motociclisti non hanno una carrozzeria intorno.
 
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Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti: capitolo 6
Questa settimana impariamo a stare alla larga dalle portiere delle auto, una delle insidie più tipiche per chi si muove su due ruote in città
Motociclismo.it

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Nella terza puntata del Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti, vi abbiamo messo in guardia dall'automobilista incerto, uno dei più pericolosi utenti della strada. In questo sesto episodio, gli automobilisti e le portiere delle loro vetture tornano al centro della nostra attenzione.

GLI INVISIBILI
Sarà perché siamo più piccoli di loro o forse perché gli automobilisti sono spesso distratti. Fatto sta che troppo spesso noi motociclisti siamo invisibili ai loro occhi. Questo significa che dobbiamo aspettarci di tutto, anche quando la situazione sembra sotto controllo. E l'apertura “a tradimento” di una portiera è proprio una delle situazioni più sottovalutate. La prima regola per salvarsi la pelle è quella di non fidarsi. Se vedete una portiera aprirsi di uno spiraglio, non aspettatevi che sia perché l'automobilista ha guardato. Partite dal presupposto che è solo l'inizio e date un colpetto di clacson.

NON APRITE QUELLA PORTA
I tassisti conoscono bene questa situazione di pericolo. E infatti, di norma, lasciano scendere i passeggeri dal lato marciapiede. Purtroppo però, questa regola scrupolosa non è praticata da chiunque. Ecco perché un consiglio fondamentale è quello di non viaggiare rasente alla auto parcheggiate. Cercate di stare il più possibile al centro della vostra corsia. Se siete costretti ad avvicinarvi alle auto, perché c'è poco spazio, allora andate piano. Dovete sviluppare un comportamento che sia un riflesso condizionato: quando vedete che la portiera sta per aprirsi, deve subito scattare l'allarme nella vostra testa. Un allarme che vi farà chiudere il gas, consentendovi di inquadrare al meglio la situazione. E magari mandare a quel paese l'automobilista distratto.
 
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Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti: capitolo 7
Settimo appuntamento con la rubrica dedicata ai consigli per chi si muove in città su due ruote. Questa volta ci occuperemo della nostra sicurezza e di quella del passeggero
da Motociclismo.it

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ZAVORRE FIDUCIOSE
Andare in moto è divertente e condividere la nostra passione con un'altra persona può esserlo anche di più. Dobbiamo però ricordarci alcuni punti fondamentali. Innanzitutto occorre pensare che non siamo più solo noi, il nostro mezzo e la strada. Con noi c'è un passeggero e la responsabilità della guida è solo nostra. Partendo dal presupposto che, anche quando si è da soli, c'è sempre un Codice della Strada da rispettare, in questo caso la “zavorra” si dovrà affidare completamente a noi. Facciamo in modo di non tradire la sua fiducia. Quindi, occhi aperti e prudenza massima, sempre.

DUE PESI, DUE MISURE
Al di là di una maggiore consapevolezza, la guida con il passeggero comporta anche un aumento del peso trasportato e una diversa distribuzioni dei pesi. Per esempio, su una media che sfiora i due quintali, i 75 chili del passeggero possono modificare le reazioni dinamiche, e non di poco. A maggior ragione, sulle moto piccole, sempre più gettonate in ambito urbano. Tenendo conto di avere una persona a bordo, al semaforo non saettate via come razzi, se è distratta potreste perderla. Considerate il peso maggiore anche in frenata, avrete bisogno di un po' più di spazio e non dovrete strizzare il freno come in staccata, altrimenti il vostro secondo vi piomberà addosso prendendovi a cascate (forse anche volontariamente).

A GINOCCHIA LARGHE
Ultima raccomandazione, non certo per importanza: quando in città vi infilate tra due colonne di auto in coda, tenete conto delle ginocchia di chi siede sul sellino posteriore, forzatamente più larghe delle vostre: non giocatevi le rotule della fidanzata, vi amerebbe di meno...
 
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Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti: capitolo 8
Questa settimana affrontiamo il problema del pavé e delle rotaie del tram, elementi che rendono pittoresche le nostre città ma che possono riservarci più di una spiacevole sopresa
da Motociclismo.it

rotaie

C'era un tempo in cui i bambini giravano in bicicletta per le vie delle città. Un tempo fatto di divertimenti “analogici”, senza videogiochi e smartphone e dove il traffico per le strade era ancora vivibile. Con il loro divertimento (e le prime cadute) quei bambini stavano inconsapevolmente apprendendo una delle tecniche fondamentali che affrontiamo anche noi questa settimana, il muoversi su pavé e rotaie.

VISCIDE ROTAIE
Proprio perché i ragazzini ormai non vanno più in bicicletta, sempre più spesso il primo contatto con le insidie delle strade cittadine avviene già in moto o in scooter. Si sa che le due ruote in città sono un vero spasso quando il tempo è bello e fa caldo, ma la loro utilità è indubbia anche quando piove e fa freddo (e il traffico impazzisce). Certo, sul bagnato l'equilibrio è molto più precario. Se poi si tratta di pavé viscido, magari con le rotaie del tram, la sopravvivenza motociclistica diventa una lotta con le sue regole precise. Concentriamoci sulle rotaie, perché è intuitivo che l’unico modo per salvarsi dal pavé è andare a velocità molto moderata ed evitare qualsiasi manovra brusca, cella guida, col freno e l’acceleratore.

TAGLI NETTI
I binari vanno tagliati di netto, il più perpendicolarmente possibile. Ovviamente è assolutamente sconsigliabile frenare sopra di essi, pena un bloccaggio assicurato della ruota anteriore. Se proprio siete costretti a rallentare, usate il freno posteriore. Attenzione a quando i binari sono lungo la curva che state percorrendo. Cercate di non piazzarci la ruota sopra e se dovesse capitare, restate a gas costante, senza accelerare o frenare, pena un indimenticabile volo, spesso con la beffa degli insulti degli spietati automobilisti, sempre di fretta.

DUE RUOTE, DUE MISURE
È doveroso poi aggiungere una cosa. Senza voler discriminare nessuno, è palese che le ruote di quasi tutti gli scooter siano di sezione inferiore rispetto a quella delle moto. Di conseguenza, se su una moto le rotaie asciutte non saranno quasi mai un grosso problema, saranno invece più “ballerine” per lo scooterista, che godrà di una minore stabilità. Per entrambe le categorie, vale comunque una raccomandazione: se dovete tagliare una rotaia parallela al vostro senso di marcia, fatelo con decisione e possibilmente non in corrispondenza degli scambi, per minimizzare il tempo in cui siete sul “sapone”.

LE ROTAIE CHE NON TI ASPETTI
Attenzione massima anche a tutti i luoghi più insospettabili. È facile pensare di trovare rotaie e pavé in città ma non bisogna abbassare la guardia e l'attenzione nemmeno dove non ci si aspetterebbe di trovarle. Per esempio a Tirano (SO), sulla strada che porta al Passo dello Stelvio. I binari del trenino rosso del Bernina passano in città, attraversando anche una rotonda: quando piove è un esercizio di equilibrio.
 
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Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti: capitolo 9
Nuovo appuntamento per chi si sposta in città su due ruote e vuole farlo in sicurezza. In questa nona puntata impariamo a difenderci dagli automobilisti che ci ignorano
da Motociclismo.it

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Nel nostro Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti abbiamo già affrontato più volte gli automobilisti, spesso protagonisti di azioni e comportamenti che ci mettono in pericolo. Dopo il distratto e quello che apre le portiere dell'auto “a tradimento” , è il momento di tirare le somme per affrontare il nostro “nemico” in piena consapevolezza.

MAI ABBASSARE LA GUARDIA
Gli automobilisti non hanno mai avuto grande considerazione di motociclisti e scooteristi. Questo lo sappiamo e – tutto sommato – non è che ci importi più di tanto. Siamo consapevoli del rischio a cui spesso andiamo incontro ma la cosa non ci tocca da vicino, fino al giorno in cui finiamo per terra per colpa di qualche “simpatico” automobilista. Questo non significa che le due ruote in città siano bandite. Significa invece che dobbiamo essere più furbi e dotarci di tutte le attenzioni necessarie quando ci muoviamo in mezzo alle macchine. Spesso quando si guida in città si è rilassati, complice la bassa velocità, ed è proprio quello il peggiore nemico: la disattenzione. Quindi, occhi aperti e mai abbassare la guardia.

CONOSCERE IL NEMICO
Oltre alla prudenza, anche l'esperienza può essere d'aiuto. Ci sono alcuni comportamenti “anomali” che con il tempo un motociclista impara a conoscere. Per esempio, evitiamo di fidarci eccessivamente delle auto che si buttano a destra per farci passare. Potrebbe sembrare un eccesso di magnanimità ma il più delle volte si tratta di mera distrazione di chi è alla guida. Quindi facciamo sentire la nostra presenza dietro alla macchina e scegliamo il giusto momento prima di sorpassare, magari previo avviso con clacson o con un colpo di abbaglianti.

PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE
Segnalare la nostra presenza però non è tutto. Quando si è in scia ad un'auto c'è un punto, approssimativamente dietro il quarto sinistro, che è invisibile negli specchietti dell'automobilista. Restare in quel punto vuol dire cercarsi guai. Se per caso l'automobilista vi aveva visto sopraggiungere si dimenticherà di voi, forse solo un motociclista su quattro ruote potrebbe chiedersi dove siete finiti. In questo caso occorre prevenire le mosse di chi è al volante sbirciando i suoi comportamenti e cercando di prevederne le mosse. Solo quando sarete sicuri comincerete il sorpasso. Nella giungla cittadina (e non solo) gli incidenti spesso non sono causati da motociclisti, ma alla fine quelli che pagano il “conto” più salato siamo proprio noi su due ruote...
 
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view post Posted on 11/2/2013, 16:06     +1   -1
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Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti: capitolo 10
Decimo appuntamento con la rubrica dedicata ai consigli per chi si muove in città su due ruote. Questa settimana impariamo a chiudere il gas nei momenti giusti
da Motociclismo.it

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Nel corso del nostro Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti abbiamo imparato a schivare molti pericoli ma non abbiamo ancora affrontato quello che può essere il peggior nemico: la manetta “calda”. In questa nuova puntata impareremo a dosare il gas per muoverci in sicurezza tra le strade cittadine.

NON DAR DE GAS
I motociclisti di lungo corso, quelli che hanno visto crescere a dismisura il traffico (e la maleducazione) sulle strade delle nostre città, lo sanno: il rimedio più efficace in ambiente urbano è andare piano. Sono troppe le incognite, dalle strade in condizioni pietose, agli automobilisti distratti, a quelli che non rispettano le regole, fino ai ciclisti e ai pedoni, peraltro queste ultime due categorie sono in concorrenza con moto e scooter per la palma di utenti più deboli.

UNICA CONCESSIONE
Solo in un caso, secondo noi, è meglio “aprire”, sia pur con moderazione: al verde (se c’è visibilità), per non restare impantanati nella giungla di lamiera, dove i cambi di direzione delle auto sembrano casuali e dettati più dalla voglia di guadagnare 15 cm che da reali necessità. Con un distinguo, però: attenti a chi, di fronte a voi, deve svoltare a sinistra: potrebbe cercare di farlo subito, tagliandovi la strada. Questo scatto, comunque, si può fare senza infrangere i limiti (o quasi).
 
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view post Posted on 17/2/2013, 22:20     +1   -1
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Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti: capitolo 11
Ultimo appuntamento con la rubrica dedicata a chi si muove in città sulle due ruote a motore e vuole farlo in sicurezza. In questo undicesimo episodio impariamo a tenerci alla larga dai ciclisti
da Motociclismo

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Eccoci arrivati all'ultimo capitolo del Manuale di sopravvivenza urbana per motociclisti. Nel corso della rubrica abbiamo affrontato vari “nemici”, a volte motorizzati (come l'automobilista) a volte no (come il bambino che insegue il pallone). Questa volta ci occuperemo di una categoria che si gira su due ruote come noi ma che non ha il motore: i ciclisti.

ALLEANZA MANCATA
In teoria dovremmo essere alleati: entrambi su due ruote, entrambi “utenti deboli” della strada. In realtà sembriamo più i capponi di Renzo: loro ci accusano di inquinare come le auto e si considerano gli unici e veri portatori del verbo ecologico. Noi li accusiamo di indisciplina.

PEDONI O VEICOLI?
Al di là delle generalizzazioni, i ciclisti passano con agilità dalla categoria dei veicoli, quindi soggetti al Codice della strada, a pedoni, quindi esentati da (parte) di questi obblighi. Dopotutto, basterebbe scendere dalla bici per farlo legittimamente.

PERICOLO ZEBRATO
Uno dei rischi peggiori che i ciclisti corrono – e ci fanno correre – è quando impegnano le strisce pedonali di slancio, forti del diritto divino della “trazione umana”. Vero che in Italia non siamo al top nel rispetto delle zebre (che già a volte costituiscono di per sé un pericolo per i motociclisti http://www.motociclismo.it/strisce-pedonal...ince-moto-53627) ma, accidenti, dateci il tempo di frenare. Tra l’altro, uomo su bici uguale veicolo, quindi sarebbe vietato l’uso delle strisce. Poi i contromano, i rossi non rispettati, la circolazione sui marciapiedi… Facciamoci furbi, noi appoggiamo le vostre legittime richieste di più piste ciclabili, voi non superate tutti per piazzarvi davanti a moto e scooter al semaforo…
 
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